Museo Alpino Svizzero

L'ALPS

L’ALPS Museo Alpino Svizzero parla di persone e di montagne. I suoi temi si trovano là dove la società è in movimento. Dove non sono possibili risposte facili, ma è necessario discutere: ambiente, natura, mutamento climatico, rapporto fra mondo urbano e mondo alpino. Le sue mostre e i suoi eventi ci portano ben al di là dell’arco alpino. L’ALPS è aperto a ogni prospettiva, ma è tutt’altro che neutrale: con il suo lavoro intende stimolarci a progettare in modo creativo e costruttivo gli ambienti che viviamo. Stimolare la società e ogni singolo individuo. L’ALPS vuole (s)muovere persone e cose.

L’ALPS: un museo
Nella sua sede principale di Berna, l’ALPS propone tre mostre in parallelo, con un programma di approfondimento ad accompagnarle (non c’è un’esposizione permanente). L’ALPS mescola in maniera sempre nuova formati sorprendenti: ai progetti di carattere artistico si affiancano mostre partecipative al passo con l’attualità, nonché forme sperimentali ludiche e leggere. Ci sono spunti sia per chi ha dimestichezza con la cultura e determinati temi, sia per un pubblico più giovane, per famiglie e scolaresche. L’ALPS vanta una collezione di beni legati al patrimonio culturale alpino, ha un proprio ristorante e fa parte di un progetto di sviluppo urbano all’avanguardia, il Museumsquartier Bern.

L’ALPS: più di un museo
L’ALPS è più di un museo. Qui hanno modo di confrontarsi persone e organizzazioni attive in ambito montano appartenenti a diversi settori: scienza e cultura, turismo, sviluppo territoriale, ONG o sport di montagna. In futuro il suo carattere di «piattaforma» verrà ulteriormente potenziato. D’altra parte, l’ALPS con i suoi progetti espositivi è presente in diverse regioni (montane).

L'ALPI parte

Sono passate solo poche settimane da quando il Museo alpino della Svizzera ha ridotto il suo nome a quattro lettere. D'ora in poi ci chiameremo semplicemente ALPI. Una parola che può essere letta sia in inglese che in romancio, che da anni viene utilizzata come abbreviazione e che in futuro sarà sinonimo di entrambe le aree di attività, la casa tematica e la rete, che hanno a che fare con la montagna e con l'uomo - e non solo a Berna, ma anche oltre.

Il rapporto annuale illustra il nostro lavoro nel 2023 e fornisce informazioni sui progetti attuali e futuri.


Relazione annuale 2023 (in tedesco)

Portare il Cervino al Palazzo federale: così, nel 2011, il nuovo direttore del Museo Alpino Svizzero, Beat Hächler, si presenta alle commissioni politiche che devono decidere se continuare a finanziare questa istituzione. L’intervento è per molti versi emblematico dell’ALPS di oggi: nessuna paura davanti a discussioni difficili, ricchezza di idee, voglia di metodi poco convenzionali… e dibattiti sul finanziamento che periodicamente ritornano.

Rivolti al presente
Il museo viene fondato nel 1905 con il nome di Schweizerisches Alpines Museum, SAM. Dal 1934 è una fondazione «con lo scopo di gestire un museo delle Alpi svizzere» che ha sede nell’edificio in stile Bauhaus, attualmente sotto tutela, in Helvetiaplatz 4. A tutt’oggi sono la Confederazione, il Canton Berna, la città di Berna e il Club alpino svizzero CAS a fornire i finanziamenti di base. Quegli stessi finanziamenti che, nel 2011, sono appesi a un filo. L’iniziativa con la riproduzione del Cervino, però, si rivela un successo, il sostegno federale è assicurato per altri quattro anni: il museo – che adesso si chiama Alpines Museum der Schweiz – ha via libera per un cambiamento di rotta. Adesso i contenuti si incentrano sul presente, su temi attinenti ai dibattiti sociali. 

Con la nomina a European Museum of the Year 2013 e, quattro anni dopo, al Prix Expo per la mostra sul clima «Acqua nostra. Sei progetti per il futuro», il nuovo corso riscuote apprezzamenti. Il Museo Alpino, però, non opera solo a Berna: è sempre più presente in tutta la Svizzera attraverso progetti, per esempio con una mostra pop-up sul frequentatissimo Gornergrat. Il raggio d’azione delle iniziative e il numero di visitatrici e visitatori crescono. 

Tempi di crisi
Nel 2017 sopraggiunge la crisi, gravissima: nell’ambito del nuovo programma di sostegno per i musei, l’Ufficio federale della cultura (UFC) taglia del 75 per cento i contributi federali per il Museo Alpino: questa istituzione ormai affermata rischia di chiudere. Con un’operazione di salvataggio senza precedenti, il museo mobilita oltre 16.000 persone che con la loro firma manifestano il loro sostegno al Museo Alpino Svizzero. Alla fine si trova una soluzione: la Confederazione finanzierà il museo in quanto «rete», il che comunque significa contributi ridotti (-25%). Intanto il Museo Alpino si assume nuovi compiti e potenzia la sua offerta per persone e organizzazioni che si occupano (professionalmente) di montagne.

2020: è l’anno della pandemia di Covid 19 con diversi lockdown. Insieme alle altre istituzioni culturali e sociali, il virus mette a dura prova anche il Museo Alpino. Si sperimenta con offerte ibride, ma il numero di visitatrici e visitatori si riduce drasticamente.

Aria di novità
Altre cose, però, si mettono in movimento: dopo anni di lavori preliminari, nel 2021 viene fondata l’associazione «Museumsquartier Bern». Il Museo Alpino ha una funzione trainante nell’organizzare questo progetto di sviluppo urbano. Nello stesso anno s’inaugura «Let’s Talk about Mountains». Grazie al formato innovativo, un’installazione video documentaria, questa mostra sulla Corea del Nord offre l’opportunità di lanciare uno sguardo in un mondo chiuso, cosa altrimenti quasi impossibile: con ben 38.000 fra visitatrici e visitatori, «Let’s Talk about Mountains» è finora la mostra di maggior successo del museo. Nel 2023 è presentata all’Hygiene-Museum di Dresda.

Dal 2022 il Museo Alpino sta attraversando un processo per precisare e ampliare il suo profilo. Ciò è possibile grazie a un «progetto di trasformazione» parzialmente finanziato dalla Confederazione e dal Canton Berna connesso alla pandemia da Covid-19. Il museo intende rivolgersi a un pubblico più vasto e consolidare la sua immagine di luogo di dibattito di temi attuali. Dai sondaggi si è visto che al nome «Museo Alpino» continuano a essere associate immagini della montagna in parte stereotipate. Il suo ruolo di piattaforma per esperti (di montagna), inoltre, andrà reso ancor più visibile. Date queste premesse, viene compiuto un passo deciso: nel 2024 il Museo Alpino trasforma la sua abbreviazione in un nome. Adesso, infatti, si chiama ALPS.

President
Gianna Luzio, geografa, segretaria generale PPD Svizzera, Savognin / Berna

Membri
—Sibylle Birrer, responsabile dell'Ufficio della cultura Canton Berna
—Marcel Kugler, esperto di finanza, Istituto universitario federale per la formazione professionale, Grosshöchstetten
—Philippe Wäger, Responsabile della divisione Capanne et Ambiente, Club Alpino Svizzero CAS, Berna
—Heinz Karrer, Président du conseil d'administration de Jungfraubahn Holding AG
—Michael Schmid, architetto Büro B, Berna
—Micael Schweizer, Notaio e avvocato, ambralaw, Berna
—Hannes Walz, avvocato e notaio, Berna